L’orientamento terapeutico con cui lavoro è l’approccio cognitivo-comportamentale e costruttivista. Questo modello di riferimento pone al centro il lavoro sui significati del sintomo all’interno della propria storia, il lavoro sui temi personali e sull’integrazione di pensieri, emozioni e sensazioni corporee alla base della sofferenza e del proprio modo di funzionare. Inoltre considera anche l’individuo e la rete di relazioni familiari in cui è immerso. Tutti i membri della famiglia partecipano alla sofferenza individuale e costituiscono un’importante risorsa per promuovere benessere e cambiamento. Infine utilizza la rilettura critica della storia individuale per dare un nuovo significato agli eventi personali e comprendere le dinamiche patologiche che determinano il sintomo e/o si presentano all’interno delle relazioni interpersonali.
La psicologia cognitiva è attualmente considerata a livello internazionale uno dei più affidabili ed efficaci modelli della psicologia clinica. La persona che chiede aiuto, porta sempre con sé una difficoltà, un problema, un sintomo, assolutamente presente, attuale, ma che è inevitabilmente accompagnato da sistemi di valori e di significati che si sono costruiti nel corso di tutta la storia passata di vita.
Come sostiene Veglia (1999), il significato della storia che la persona porta con sé non sta nei fatti accaduti, ma nella ricostruzione che ne fa la mente umana. Probabilmente, però, la capacità che abbiamo in quanto esseri umani di raccontare e raccontarci svariati eventi in modo soggettivo, cogliendo o meno determinati personaggi, dettagli, e successioni di eventi, ci permette di rimanere il più possibile ancorati a ciò che abbiamo visto manipolando e generando nuovi significati.
L’obiettivo che il modello cognitivo si pone è il superamento del disagio emotivo dopo una ricostruzione dei meccanismi psicologici e delle tonalità emotive con cui si struttura la conoscenza di sé e del mondo, ponendo particolare importanza al significato che il sintomo riveste nella vita dell’individuo ed ai processi di mantenimento dell’identità personale. All’interno di questa cornice teorica, la persona che chiede aiuto viene sollecitata a prestare attenzione agli aspetti importanti del proprio funzionamento mentale; verrà dunque guidata nell’osservazione e riflessione dei propri contenuti mentali, dei pensieri, delle emozioni e delle convinzioni che essa ha di sé, degli altri e del mondo.
Bisogna tenere sempre presente che quando si parla di individuo, non si parla di un blocco monolitico, ma di un soggetto che sperimenta molteplici eventi e relazioni all’interno di tanti ruoli diversi ai quali può dare significati differenti. È infatti necessario considerare la persona nella sua molteplicità e pluralità.
Utilizzo anche strumenti terapeutici come l’ipnosi e l’EMDR – Eye Movement Desensitization and Reprocessing (www.emdr.it)